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Nelle scorse ore, OpenAI ha dovuto farlo disattivare temporaneamente accedere al servizio ChatGPT dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di un bug che permetteva ad alcuni utenti di farlo vedi solo i titoli storici chat effettuate da altri utenti. Un portavoce di OpenAI ha dichiarato a Bloomberg che i titoli delle chat erano visibili nella barra laterale nera, quella a sinistra dove solitamente è visibile la cronologia delle chat effettuate dagli utenti. Non ci sono state segnalazioni di intere chat esposte.
La causa esatta del problema è ancora in fase di valutazione, ma avrebbe dovuto esserlo causato da un software open source utilizzato dall’azienda che ha inizialmente chiuso ogni accesso al servizio per poi riabilitarlo disabilitando la cronologia chat. Al momento, nella balla a lato si legge che l’azienda sta lavorando per riattivare quanto prima la storia.
ChatGPT è uno strumento basato su Large Language Model (LLM) sviluppato da OpenAI. È gratuito, previa registrazione, ma presenta limitazioni e utilizza una versione precedente di GPT (Generative Pre-trained Transformer). Per utilizzare la versione basata sulla nuova versione GPT lanciata da OpenAI la scorsa settimana, GPT-4, è necessario sottoscrivere un Abbonamento mensile di $ 20 che offre anche una priorità quando ci sono molti accessi e risposte più veloci oltre all’accesso prioritario alle nuove funzionalità
27/03
OpenAI ha pubblicato un post sul suo blog ufficiale in cui, oltre ad ammettere la presenza di un bug in una libreria open source del client Redis che permetteva ad alcuni utenti di vedere i titoli della cronologia chat di altri utenti attivi, confermava anche che tale bug causava la visibilità involontaria delle informazioni relative ai pagamenti dell’1,2% degli utenti di ChatGPT Plus, il servizio in abbonamento che, al costo di 20 dollari al mese, offre funzionalità aggiuntive e maggiore velocità.
Per essere visibile, oltre al nome, cognome e indirizzo e-mail di altri utenti, lo erano anche le ultime quattro cifre dei numeri di carta di credito, non i numeri completi della carta di credito. OpenAI, pubblicando ulteriori dettagli tecnici sul problema, ha confermato di aver risolto completamente il bug e ripristinato il servizio. L’azienda si è scusata affermandolo “lavorerà diligentemente per ricostruire la fiducia” con questi utenti che sono stati comunque contattati per essere informati dell’accaduto.
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