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Come gestire la dipendenza dai social: questa app aiuta davvero

Vincenzo Ronca

L’epoca che stiamo vivendo è caratterizzata da una presenza pressoché costante di tecnologia nelle nostre vite, almeno per la stragrande maggioranza di noi. E questo vale anche per le piattaforme digitali e social che popolano il web, al punto che in un certo senso anche la tecnologia si sta evolvendo per essere più presenti e partecipanti proprio su queste piattaforme sociale.

Negli ultimi anni, con il saturazione dei social network sia in termini di utenti che di contenuti, si sono fatte strada diverse scuole di pensiero, accomunate da a senso più critico verso i social. La dipendenza dai social media è diventata un termine abbastanza comune, o almeno conosciuto, e sono tantissime le persone che ogni giorno passano una parte significativa del loro tempo sui social.

In questo contesto sono nate diverse app in aiuto gestire con più attenzione l’uso della tecnologia e dei social media. Abbiamo visto Google, Apple e Meta impegnarsi in tal senso, fornendo ai propri utenti statistiche dettagliate sull’utilizzo dei social network.

Su questa falsa riga negli ultimi giorni abbiamo provato qualcosa di diverso chiamato un attimoun’app interessante che ci ha convinto sotto diversi aspetti.

Hai davvero bisogno di aprire quel social network?

Il titolo di questo paragrafo è essenzialmente la domanda fondamentale e unica che ti pone l’app one sec. Questo si presenta in un certo modo molto semplice, con una grafica chiara anche se non proprio al passo con i tempi. Ma l’interfaccia grafica non è chiaramente l’essenza di ciò che fa.

L’app di un secondo mira a ridurre l’uso dei social media, o almeno fare più consapevole utenti dell’uso che fanno dei social network e del tempo che gli dedichiamo ogni giorno. Dobbiamo sicuramente dire che un sec può fare bene Entrambe le cose.

L’app ha un funzionamento molto semplice: al primo avvio ne chiederà alcune permessi richiesti al suo funzionamento, come l’accesso in background, la possibilità di inviare notifiche e quella di non essere ottimizzato dal sistema per ridurre i consumi.

Quindi ti chiederà di selezionare quali app abilitare l’interferenza e la limitazione.

Parliamo di interferenza perché è quello che fa un secondo. Ogni volta che provi ad aprire una delle app selezionate entro un secondo, l’app fallisce si intrometterà lanciando una schermata dove ti verrà chiesto di prendere un respiro profondo e aspetta qualche secondo, poi sparisci e chiediti se intendi continuare con l’apertura dell’app richiesta o se si desidera tornare alla schermata principale.

Tutto questo è allo scopo di farci pensare sulla reale utilità di aprire l’app selezionata. Proprio come quando chiedi contare fino a 10 prima di dire qualcosa di avventato. L’esercizio di respirazione ha quindi l’obiettivo di rendere consapevole l’utente di ciò che sta per fare.

Oltre a questo, l’app offre una sezione dedicata a statistiche d’uso: verranno mostrati grafici rappresentativi tempo di utilizzo di ciascuna delle app selezionate nei vari giorni della settimana, con un confronto con la settimana precedente.

Si capisce subito che ha senso usare one sec soprattutto con i social network. Spesso, per esperienza personale, vengono utilizzati anche i social network noiao per accompagnare quelli attese forzate, come quando si aspetta un treno. Se per alcuni quell’attesa potrebbe essere mitigata da una sigaretta, per altri può essere ingannata aprendo un social network. Questo, proprio come la sigaretta, può non essere buono. La ripetuta apertura dei social network, senza una reale necessità, comporta un dispendio di tempo e risorse abilità cognitive che spesso non vengono percepite. Oltre a non percepire il fatto che spesso ignoriamo chi e cosa ci circonda per dare la nostra attenzione al social network appena aperto.

E potresti anche chiederti: perché non utilizzare gli strumenti che Google e Apple mettono a disposizione, come Benessere digitale Per esempio? Ebbene, oggettivamente parlando, bisogna considerare che questi strumenti permettono di limitare e applicare restrizioni all’utilizzo delle app una volta raggiunto un certo livello. limite di tempo di utilizzo, o un limite in termini di aperture dell’app durante la giornata.

Raggiungere il limite fisiologicamente arriva alla fine della giornata. Un secondo invece te lo permette forzare la consapevolezza di ciò che sta per essere fatto ogni volta che provi ad aprire l’app, anche alla primissima apertura della giornata. In questo modo ogni potenziale secondo speso sull’app in esame lo è apprezzatoe non solo quelli che passeresti dopo un po’ di tempo già trascorso sull’app stessa.

Insomma, one sec cerca di farci capire se davvero ne abbiamo bisogno di usare quel tempo e quelle risorse per i social, o per qualsiasi altra app, e lo fa bene. Lo diciamo dopo qualche giorno di test, e qualcuno lo dice anche studio condotto da un’università tedesca e che puoi trovare nella sua versione completa su questo link.

Versione gratuita e Pro

L’app one sec è disponibile in versione gratuita senza alcun tipo di pubblicità, con alcune limitazioni. Il più rilevante è che con la versione gratuita sarà possibile attivare l’interferenza solo per un’app alla volta.

versione professionale prevede invece la possibilità di attivare interferenze per tutte le app installate, anche contemporaneamente. Sarà inoltre possibile personalizzare il durata dell’esercizio di respiro da fare ogni volta che apri un’app controllata, così come sarà possibile personalizzare il messaggio mostrato durante l’esercizio di respirazione.

Di seguito troverai il collegamenti per il download sul Play Store nel caso volessi provarlo subito.

Scarica dal Play Store

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