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Quando si tratta di intelligenza artificiale (ai) o ricerca sul web, Google non è abituata a rincorrere. Oggi però il colosso ha lavorato sodo per dimostrare di essere ancora sulla buona strada con il lancio di Bardoun chatbot progettato per competere con i più popolari Chat GPT.
Esattamente come ChatGpt, Bard sarà in grado di farlo rispondere alle domande degli utenti e discutere una gamma quasi illimitata di argomenti, con un livello di comprensione che a volte sembra paragonabile a quello umano. Google ha mostrato a Stati Uniti cablati diversi esempi di risposte fornite dal chatbot, tra cui una ad una richiesta di attività per un bambino interessato al bowling e una domanda su una ventina di libri da leggere quest’anno.
Un altro aspetto che accomuna Bard e ChatGpt è la tendenza, in alcune situazioni, a inventare fatti e comportarsi in modo strano. Google ha rilasciato un esempio in cui il chatbot ha sbagliato il nome di una pianta, suggerita per la coltivazione in casa. “Bard è un primo esperimento, non è perfetto e occasionalmente sarà sbagliato“spiega Eli Collins, vicepresidente della ricerca di Google, che lavora su Bard.
Google riferisce di aver messo Bard a disposizione di a piccolo numero di tester: A partire da oggi, chiunque negli Stati Uniti e nel Regno Unito può farlo richiesta di accesso al sistema.
Capacità e limiti
Il bot sarà raggiungibile tramite una pagina web dedicata, separata dalla normale interfaccia di ricerca di Google, che offrirà tre risposte per ogni domandauna scelta volta a far capire agli utenti che il sistema genera risposte in pochi secondi e che a volte può sbagliare.
Sotto ogni risposta di Bard, Google ne consiglierà anche una query relativa a una ricerca Web convenzionale. Per aiutare l’azienda a perfezionare il suo chatbot, gli utenti saranno anche in grado di fornire un feedback alle risposte facendo clic su un pollice in su o un pollice in giù e avranno la possibilità di inserire un commento più dettagliato.
Google riferisce che i primi utenti di Bard l’hanno trovato utile per generare idee o testi. Collins lo ammette c’è anche chi è riuscito a far comportare in modo inappropriato il chatbotsenza però specificare quali restrizioni Google abbia cercato di imporre al sistema.
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