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A quanto pare gli accordi di licenza di Call of Duty proposti da Microsoft ai suoi due principali concorrenti nel mondo dei videogiochi, ovviamente Sony e Nintendo, hanno fatto centro: secondo Reutersalmeno l’Antitrust diL’Unione Europea sembra essersi convinta di approvare l’acquisizione di Activision Blizzard da parte del colosso di Redmond, annunciata 14 mesi fa – una delle più grandi manovre finanziarie di sempre, e non solo per il settore, con 69 miliardi di dollari sul piatto.
La commissione UE dovrebbe emettere una decisione definitiva entro il 25 aprile, e alla luce dei contratti (che, ricordiamo, garantiscono la disponibilità sulle rispettive piattaforme dell’acclamato franchise FPS, di proprietà di Activision, per il prossimi dieci anni, con le stesse funzionalità e tempistiche di Xbox/PC), non imporrà a Microsoft condizioni gravose come la vendita di altri asset. Vale la pena ricordare che Nintendo ha effettivamente firmato l’accordo, mentre Sony non l’ha ancora fatto.
Giochi
21 febbraio
Sony è stata uno dei principali oppositori dell’acquisizione, e proprio a causa di Call of Duty. Il produttore di PlayStation lo crede CoD è lo sparatutto online per eccellenza di questi tempi, e che non può essere sostituito; di conseguenza, se Microsoft decidesse di farne un’esclusiva PC/Xbox sarebbe un danno irreparabile per tutti i concorrenti. Da qui l’idea di Microsoft, che ha sempre sostenuto pubblicamente che il suo obiettivo è l’esatto opposto di rendere Call of Duty un’esclusiva, di impegnarsi nero su bianco, con contratti legalmente vincolanti, in tal senso.
Superare l’ostacolo europeo (naturalmente, ancora tutte ipotetiche), ne rimangono ancora due molto grosse: quella britannica e quella statunitense. Ora, come dicevamo, il tempo sta per scadere e presumiamo che presto avremo aggiornamenti anche da quei canali.
AGGIORNAMENTO: DECISIONE RINVIATA
19/3
L’Unione Europea avrebbe deciso di farlo rinviare la decisione finale sull’acquisizione di Activision da parte di Microsoft. La scadenza del 25 aprile sarebbe stata infatti spostata 22 maggio – rapporti Reuters – per dare tempo all’azienda di Redmond di fornire maggiori garanzie al mercato sugli accordi di licenza legati a Call of Duty e su “altri rimedi comportamentali“.
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