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Ma c’è un’emergenza “orso” in Italia? Come dovremmo comportarci se incontriamo questo enorme mammifero? Cablato chiese Piero Genovesicapo del Servizio Coordinamento Faunistico di Ispra, uno dei ricercatori ambientali più citati al mondoche fa luce sulla presenza dell’orso in Italia e sfata alcuni luoghi comuni.
- Quanti e quali orsi vivono in Italia
- Sono davvero aggressivi?
- Quanti attentati sono stati registrati in Italia?
- Come comportarsi se incontriamo un orso
- Quello che serve per il futuro
Quanti e quali orsi vivono in Italia
Prima di tutto, in Italia vive ilorso bruno, Ursus arctos, specie presente in tutto l’emisfero settentrionale, dal Canada e dagli Stati Uniti all’Asia settentrionale, e in buona parte del Vecchio Continente. Gli orsi hanno una dieta variabile durante le stagioni ma in generale mangiano di tutto, dalle carcasse di animali morti durante l’inverno, alle bacche, agli insetti, alle radici, agli ortaggi. Secondo Genovesi, gli orsi in Italia sono presenti con due popolazioni: il primo abita centro Italia, tra Abruzzo, Lazio e Molise. Si apprezzano a vicenda circa 50 animali: una popolazione che negli ultimi anni ha visto un leggero aumento, ma rimane stabile. “L’orso presente nell’Italia centrale è una sottospecie, denominata orso bruno marsicano, leggermente diversa da quella presente sulle Alpi. L’altra è quella presente nelle Alpi centro-orientali, originatasi in gran parte da una reintroduzione effettuata alla fine degli anni ’90 in provincia di Trento. Complessivamente nelle Alpi si stima la presenza di circa 100 esemplari, in rapida crescita negli ultimi anni. Gli orsi delle Alpi sono presenti soprattutto in Trentinoma anche in Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia”, precisa il ricercatore. Queste sono le regioni in cui vengono segnalati più spesso gli incontri con questi grandi mammiferi.
Sono davvero aggressivi?
Liberiamoci subito di un luogo comune: l’orso è un animale sostanzialmente pacifico ed evita l’uomo.
Per questo in Italia si convive pacificamente con gli orsi. “I conflitti sono solitamente correlati a la predazione sugli animali d’allevamento, la distruzione degli apiari e l’allarme che dà origine alla presenza dell’orso nelle aree frequentate dall’uomo. IL danno dall’orso vengono indennizzatoe in tutte le aree dove la specie è presente sono presenti anche misure di prevenzione dei danni, che tendono a minimizzare i costi”. Non vi è quindi alcuna emergenza legata alla presenza dell’orso nel nostro Paese.
Quanti attentati sono stati registrati in Italia?
Sebbene la percezione possa essere diversa, secondo il ricercatore ce ne sono state negli anni scorsi solo 6 attacchi a persone: tutto in Trentino. Soprattutto, “in tutti i casi le persone sono rimaste ferite ma mai nessun attacco con esito fatale. C’è stato, inoltre, un caso dubbio in Abruzzo, nel Parco Nazionale, ma non è stato possibile confermarlo. Dei quattro orsi responsabili degli attacchi, tre sono femmine con al seguito i piccoli dell’annomentre uno è un giovane maschio di due anni che da tempo si nutriva dai cassonetti della zona dell’aggressione”. La stessa percentuale relativa di attacchi si registra a livello europeo: la maggior parte viene segnalata in Romania, Slovacchia, Svezia e Finlandia. “Ma i casi fatali sono molto rari: in totale 19 in tutta Europa in 15 anni” spiega Genovesi.
Come comportarsi se incontriamo un orso
Ecco uno degli aspetti da tenere in considerazione: cosa dobbiamo fare se – purtroppo – incontriamo questo grande mammifero?
Come comportarsi invece se l’orso non si allontana? Proviamo a fare rumore e a quel punto allontaniamoci, ma senza urlare o correre. Se l’orso si avvicina è meglio restare fermi, parlando con calma. “In breve – conclude il ricercatore – la regola è niente panico”. Come in qualche modo confermato dall’atteggiamento dell’adulto nel video mostrato all’inizio di questo articolo.
Quello che serve per il futuro
Due aspetti influenzano ilavvicinamento degli orsi agli habitat umani: il cambiamento climatico che sta alterando gli habitat montani, e ilantropizzazione. “Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante, perché riduce gli habitat naturali e rende più frequenti i conflitti, sia per la predazione che per l’allarme creato dall’osservazione dell’orso”. Proprio per questo motivo e per evitare soluzioni irrazionali, è innanzitutto necessario informare meglio e maggiormente chi vive nelle zone in cui è presente l’orso, e lo stesso vale per i visitatori di queste zone. “Bisogna puntare soprattutto sulla prevenzione e mitigazione dei conflitti, soprattutto con l’obiettivo di impedire agli orsi di diventare confidentigarantire che non ci siano risorse alimentari disponibili per gli orsi”. Insomma, per evitare che accada quanto successo con i cinghiali, che ormai in molte città italiane si sentono a proprio agio ad avvicinarsi agli habitat umani in cerca di cibo. “Inoltre, evitare di lasciare avanzi di cibo, mettere in sicurezza i rifiuti organici e rendere inaccessibili frutteti e apiari. Va incoraggiato l’uso di mezzi di prevenzione e devono essere velocizzate anche le procedure per la concessione del risarcimento dei danni. In parallelo – conclude Genovesi – è importante anche monitorare le popolazioni, soprattutto gli individui più confidenziali con gli umani“. Informazione, monitoraggio, prevenzione: partire da queste indicazioni per aumentare la sicurezza delle popolazioni che vivono nelle aree dove è presente l’orso bruno. In ogni caso – vale la pena ripeterlo – non devono far fronte a nessuna nuova emergenza innescata dalla presenza di questi grandi mammiferi.
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