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sono più di 1.600 In Italiaal di là 17mila in tutto Europa siti contaminati da Pfas, detti anche inquinanti eterni per la loro capacità di permanere a lungo nell’ambiente. Il censore si è preso cura di loro Progetto Forever Pollutionun’inchiesta giornalistica che coinvolge 17 testate in tutto il continente a guida francese le Monde.

Cablato ha scaricato i dati e li ha utilizzati per costruire una mappa che permette di visualizzare i siti contaminati da Pfas in Italia, consentendo al lettore di filtrare per regione e provincia così da poter analizzare la situazione con un maggior livello di dettaglio.

I Pfa sono composti chimici utilizzato dalla metà del secolo scorso in diversi settori industriali, a cominciare da quello alimentare e dell’abbigliamento. Sono chiamati inquinanti eterni perché potrebbero rimanere nell’ambiente per centinaia, se non migliaia di anni. Un problema che, nel nostro Paese, ha particolarmente colpito il Veneto.

Regione di cui parla espressamente l’Associazione Italiana Medici Ambientali (Isde). “emergenza sanitaria” per quanto riguarda la contaminazione da queste sostanze. Infatti, i Pfas sono associati a diverse patologie oncologiche.

La mappa rilasciata da le Monde è stato realizzato incrociando diverse fonti, alcune delle quali non pubbliche e ottenute grazie alle richieste di Foia. Il risultato è una mappa che mostra 17.000 siti contaminati, cioè con una concentrazione di queste sostanze superiore a 10 nanogrammi per litro. Di questi, 2.100 sono definiti hotspot: qui si parte da 100ng/l. A questi se ne aggiungono altri 21mila siti in cui la contaminazione è solo presunta.

Il Forever Pollution Project ha rilasciato due versioni del dataset dei siti contaminati. Una più ‘magra’, che mostra i punti con una concentrazione superiore a 10 ng/L. Un altro più consistente, con anche i siti con valori più bassi. Cablato utilizzato questa seconda versione. A questo proposito, si ricorda che nel n 2014 il Ministero della Salute ha dichiarato Quello “le concentrazioni nell’acqua destinata al consumo umano di pfba fino a 500 ng/l e pfbs fino a 500 ng/l non comportano rischi per la salute umana”.

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