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IL 18 marzo è celebrato Giornata mondiale del riciclaggioun evento istituito nel 2018 dal Fondazione globale per il riciclaggio Per “aiutare a riconoscere e celebrare l’importanza del riciclo nel preservare le nostre preziose risorse primarie e garantire il futuro del nostro pianetaL’iniziativa è sostenuta dalOrganizzazione delle Nazioni Unite e vuole essere uno stimolo per ricordare alla popolazione mondiale che è a problema che accomuna tutti gli abitanti del pianeta.

Il riciclaggio non è più un’opzione, lo è diventata Bisogno. sì perché non riciclare significa accelerare il cambiamento climatico producendo una quantità di rifiuti tale che l’ambiente non è in grado di assorbire e disperdendo inquinanti nell’atmosfera e nelle falde acquifere. E senza uno corretta gestione del fine vita dei prodotti non puoi dare il via quell’economia circolare che ci permetterebbe di ridurre l’utilizzo di materie prime vergini nei processi produttivi.

PERCHÉ QUESTO GIORNO



Il significato di questa giornata è proprio questo: ricordaci che non tutte le risorse sono rinnovabili – e quelli rinnovabili, se consumati a un tasso superiore a quello della loro rigenerazione, si esauriranno – e che un prodotto da buttare perché ha svolto il suo scopo non è uno spreco, ma una nuova risorsa.

La Terra è come un’astronavespiega Kenneth Boulding nel suo “L’economia della prossima astronave Terra“: gli astronauti (gli abitanti del pianeta) devono gestire le risorse a bordo (che non sono infinite) in modo tale da farle durare per tutto il viaggio. Con l’aggravante che il cibo sull’astronave Terra nel nostro caso deve durare non solo per l’equipaggio a bordo (l’attuale generazione), ma anche per coloro che li sostituiranno (gli generazioni future). Da qui si capisce quanto sia fondamentale dare ai rifiuti una seconda possibilità rientrare nel cerchio come risorsa.

Non per niente i materiali riciclabili sono definiti come “settima risorsa“(oltre ad acqua, aria, petrolio, gas naturale, carbone e minerali), capace di risparmiare più di 700 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 (1 miliardo di tonnellate nel 2030) e ridurre il consumo degli altri sei. L’uomo ha consumato più risorse negli ultimi 50 anni che in tutta la sua storia: è inutile dedurre che le risorse naturali si stanno rapidamente esaurendo, per sempre.


Forse la giornata dedicata a rendere l’umanità responsabile del riciclo dovrebbe coincidere con l’Earth Overshoot Day. È il giorno di sfruttamento eccessivo della terracioè quella in cui l’essere umano si esaurisce”tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi del nostro pianeta possono rinnovare durante tutto l’annoNel 1971 – primo anno in cui è stato stimato – era il 25 dicembre, nel 2021 era il 29 luglio, nel 2022 il 28 luglio. È come dire che da gennaio a dicembre dello scorso anno abbiamo consumato 1,75 Terre di risorse rinnovabili.

UN OBIETTIVO, MA NON LA MIGLIORE SOLUZIONE

Allora forse è più facile capire perché il riciclo è tornato tra i obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 delle Nazioni Unite (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite 2030). Riciclare è ora più che mai”una parte fondamentale dell’economia circolare, che aiuta a proteggere le nostre risorse naturali” [Global Recycling Foundation].

Attenzione: sebbene sia da considerarsi fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo e della Terra, il riciclaggio non è la migliore soluzione esistente. La direttiva dell’Unione Europea che disciplina il trattamento dei rifiuti in ambito comunitario definisce un ordine di preferenza per la gestione dei rifiuti definito come “gerarchia dei rifiuti“:


L’opzione preferita – il cosiddetto prima migliore – e il prevenzionecioè non produrre rifiuti. È un concetto limitante e non perseguibile nel lungo termine, verso il quale dovrebbe tendere l’economia (circolare). La seconda opzione è il preparazione per il riutilizzoun concetto con cui l’UE intende il “operazioni di ispezione, pulizia, smontaggio e riparazione attraverso le quali prodotti o componenti di prodotti divenuti rifiuti vengono preparati in modo da poter essere riutilizzati senza ulteriore pretrattamento“. Il riciclaggio è solo la terza possibilità nella gerarchia, prima del recupero e dello smaltimento.

Oggi ogni cittadino europeo produce in media 5 tonnellate di rifiuti all’anno: più del 60% finisce in discarica – perdendosi e generando un’esternalità negativa – e solo il 38% viene riciclato. La responsabilità va attribuita sia al singolo cittadino che ai legislatori e alle imprese. Ognuno di questi ha un ruolo specifico che però è fortemente interdipendente da quello degli altri: non c’è una buona pratica di riciclo se non c’è una legislazione forte e se le aziende non sono incoraggiate a utilizzare materiali sostenibili o facilmente riciclabili.

IL GREEN DEAL EUROPEO



IL Green deal europeo si muove proprio in questa direzione, prestando particolare attenzione a confezione: i rifiuti di imballaggio che ogni cittadino europeo produce ogni anno sono in costante crescita – attualmente siamo a una media di ca 180 kg – e l’obiettivo è invertire questa tendenza. Le nuove normative incoraggerà l’uso di imballaggi riutilizzabilieliminare gli imballaggi non necessari, limitare gli imballaggi eccessivi e stabilire etichette chiare per supportare un corretto riciclaggio“. L’aumento della capacità di riciclaggio consentirà di ridurre l’uso di materiali vergini (il packaging è tra i prodotti che utilizza i materiali più vergini).

L’UE ha identificato tre gol:

  1. impedire la produzione di rifiuti di imballaggio, ridurne la quantità e promuovere soluzioni riutilizzabili e ricaricabili

    • riduzione dei rifiuti di imballaggio pro capite per Stato membro del 15% rispetto ai livelli del 2018 entro il 2040. Il riutilizzo e il riciclaggio saranno fondamentali in questo processo
    • imballaggi riutilizzabili per bevande e cibo da asporto e per le consegne di prodotti elettronici
    • etichettatura chiara degli imballaggi riutilizzabili
    • divieto di imballaggio chiaramente inutile (es. usa e getta per alimenti e bevande, bottiglie mignon negli hotel)

  2. promuovere riciclaggio a circuito chiuso rendendo gli imballaggi riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030

    • definizione dei criteri di progettazione degli imballaggi
    • depositi a rendere per bottiglie di plastica e lattine di alluminio

  3. ridurre la necessità di risorse naturali primarie e creare un mercato per le materie prime secondarie aumentando l’uso di plastica riciclata negli imballaggi

Il perseguimento di questi obiettivi ridurrà le emissioni di gas serra derivanti dagli imballaggi di circa 66 milioni di tonnellate se la legislazione non viene modificata a 43 milioni. Ciò porterebbe poi ad una riduzione dei consumi idrici di 1,1 milioni di metri cubi all’anno 6,4 miliardi di euro in meno di costi ambientali.

Trasmissione RAI sul Green Deal europeo e la gestione degli imballaggi prevista dalla nuova normativa Presa diretta recentemente dedicato un approfondimento. Ti consigliamo di guardare con attenzione il seguente video in quanto evidenzia alcuni aspetti di cui il consumatore medio non è del tutto consapevole: lo sapevi, ad esempio, che Il 90% della plastica nel mondo non viene riciclata e finisce in discarica o inceneritore? Ancora: sapevi che circa il 50% della plastica che i cittadini europei separano per il riciclaggio non può essere tecnicamente riciclata?

E-WASTE



Vengono prodotti ogni anno tra 40 e 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici: lo studio di programma ambientale delle Nazioni Unite prevede un aumento fino a 75 milioni di tonnellate nei prossimi anni. Il settore tecnologico, quindi, inquina più di quanto non sia responsabile l’industria aerea 4% delle emissioni di gas serra. E solo il 16-17% dei rifiuti elettronici viene riciclato.

L’UNITAR (Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca) e il Forum RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) hanno stimato in 5,3 miliardi di smartphone e feature phone disattivati ​​nel 2022: messi uno sopra l’altro (assumendo uno spessore medio di 9 mm) raggiungerebbero un’altezza di poco inferiore a 50.000 km, “120 volte oltre la Stazione Spaziale Internazionale, 1/8 della distanza dalla LunaLa maggior parte di questi è destinata a rimanere nei cassetti o, peggio ancora, a finire in discarica. L’ultima indagine condotta da WEEE coinvolgendo 8.775 famiglie in sei paesi europei ha rivelato che la famiglia media possiede 74 prodotti elettronici, tra smartphone, tablet e laptop Di questi 74, 13 sono inutilizzati – 9 funzionanti e 4 rotti. I primi 5 prodotti inutilizzati sono:

  1. accessori come cuffie e telecomandi
  2. orologi, ferri da stiro
  3. tastiere, router, mouse, dischi rigidi esterni
  4. smartphone e feature phone
  5. tostapane, prodotti elettronici per cucinare

Il paese dei sei coinvolti nel sondaggio (più il Libano) che ha più rifiuti elettronici in casa è Italia (29% del totale), seguiti da Paesi Bassi (17%) e Regno Unito (14%). Quasi la metà delle persone si giustifica dicendo che questi prodotti potrebbero essere utili in futuro.



Il mondo





Mobile
03 luglio


TELEFONO PREZIOSO



Pensando, ad esempio, a quanto materiale prezioso c’è all’interno di uno smartphone (tra i prodotti più dispendiosi in termini di risorse) – oro, argento, cobalto, tantalio, tungsteno e rametra questi, ma anche palladio e platino – ci si chiede perché non fare di più per (A) allungare la vita dei prodotti elettronici e (B) riciclarli una volta raggiunta la fine della loro vita. L’impatto sull’ambiente causato dall’estrazione mineraria verrebbe ridotto, contribuendo positivamente al contenimento del cambiamento climatico. E in generale, il riciclo ridurrebbe l’impatto del processo produttivo, responsabile dell’80% dell’impronta di carbonio di uno smartphone (il 16% è generato dall’uso, il 3% dal trasporto).

Feng Wang (UNEP Programme Officer for Life Cycle Thinking and Sustainable Consumption and Production) ritiene tuttavia che il riciclaggio non sia sufficiente: l’obiettivo è aumentare la vita di questi prodotti elettronici:

Tutti noi possiamo svolgere un ruolo riciclando, rivendendo o riutilizzando i nostri smartphone con organizzazioni responsabili. Ma riciclare o acquistare meno modelli da soli non risolverà il problema. […] Il rapido tasso di sostituzione dovuto allo sviluppo tecnologico e alla strategia di mercato è insostenibile, generando spesso inutili sprechi di dispositivi perfettamente funzionanti.

E se i nostri telefoni diventassero davvero accorto solo quando potranno durare di più?

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