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Un settore, quello dell’innovazione in sanità, che ha visto nella pandemia un fattore di accelerazione. “Quello che è successo ci ha ricordato che la salute è al centro, che la ricerca è importante. Senza startup come Moderna e BioNTech probabilmente oggi non saremmo vaccinati”ha sottolineato Alessio Beverino, fondatore e socio amministratore di Panakès Partners. Certo, serve un cambio di mentalità, almeno in Italia. “In questo Paese i ricercatori non sono formati per pensare di creare entità commerciali, questo rapporto tra ricerca, clinica e investitori va strutturato. E poi bisogna spingere sull’internazionalizzazione”ha sottolineato Alessandro RadelliVenture partner di NLC Health.

Ma quali sono le aree di ricerca più promettenti per gli investitori? “Siamo agnostici sulle indicazioni terapeutiche, ragioniamo sulla necessità clinica”la premessa di Ciro Spedalierepartner di Claris Ventures, “ci stiamo muovendo verso l’oncologia, in particolare l’immuno-oncologia, e siamo molto affascinati dall’RNA”. Settori a cui Daniele ScariniCofondatore e managing partner, ha aggiunto quello di malattie rare, “Settore di estremo interesse”. Mentre, sul fronte strettamente tecnologico, “grazie al digitale vediamo i primi frutti della rivoluzione genetica dei primi anni 2000, con i primi farmaci a mRna e terapie geniche”.

Terapie geniche che sono argomento di interesse anche per le grandi multinazionali. “Recentemente abbiamo presentato una pipeline hce che include 40 progetti, di cui 7 che si occupano di terapia cellulare e genica che mirano a portare risultati sorprendenti per patologie complesse. Il Parkinson, in questo senso, è l’esempio più impattante”le parole di Arianna GregisCapo divisione nazionale prodotti farmaceutici di Bayer Italia.

Tornando invece al tema dell’intelligenza artificiale, Andrea Laghiprofessore di Radiologia alla Sapienza Università di Roma, lo ha descritto come “una seconda rivoluzione per la radiologia, dopo quella degli anni ’80 (del secolo scorso, ed) ha visto il passaggio dalle immagini analogiche a quelle digitali”.

In un contesto di cambiamento tecnologico, è importante tenere sempre presente l’aspetto economico, come ha ricordato Fredrik DebongCo-fondatore e CSO di Hi.Health. “Un aumento del costo di un farmaco dell’ordine di $ 10”il suo avvertimento, “riduce l’aderenza terapeutica del 28% e aumenta il tasso di mortalità del 26%”.

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