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Per il generale di divisione Francesco Olla”raggiungeremo la maturità tra il 2035 e il 2040”. Da un lato “dipendiamo dalla capacità di chi produce hardware e software”, precisa Olla. Per il progetto su droni e robot, l’Esercito ha stipulato oltre un anno fa, nel gennaio 2022, un accordo quinquennale con Milrem Robotics propiziato dalla NATO. Valore del contratto, annunciato a settembre 2021: 9,8 milioni di euro. L’offerta del gruppo estone ha battuto quelli del campione nazionale Leonardo, della filiale italiana della tedesca Rheinmetall e dell’israeliana Elbit, che vende i suoi droni agli eserciti di tutto il mondo.

Chi è Milrem Robotics

La multinazionale estone si è aggiudicata l’appalto per i servizi di sviluppo concettuale e test, che ha sviluppato quattro veicoli a guida autonoma venduti a otto eserciti, di cui otto dell’Alleanza Atlantica: oltre a quello di Tallinn, Stati Uniti, Spagna, Paesi Bassi, Norvegia, Francia, Germania e Regno Unito. L’anno scorso 14 Themis, il cingolato utilizzato per soccorrere i feriti nelle simulazioni condotte in Italia, furono inviati a sostegno dell’esercito ucraino. Lo scorso febbraio, la firma dell’accordo tra Milrem e Edge che assegna a quest’ultimo la maggioranza del girone. La società estone entra a far parte di a galassia di 25 società dell’industria bellica sotto l’egida della holding di Abu Dhabi. I buoni rapporti tra Nato ed Emirati Arabi, partner di missioni militari come quelle in Afghanistan.

Ai test di Rieti, dove ha sede anche l’Esercito Italiano, erano presenti i partner Nato di Francia e Germania mostrato un kit sviluppato da Lem (lavorazioni elettrotecniche e meccaniche) di Pomezia Per remoto, e in futuro automatizzare, la guida di un Lynx, il veicolo blindato utilizzato per il camuffamento. Nella sperimentazione, aggiudicato nel 2019 per 284 mila euro, l’azienda ha fatto ricorso ad un kit di guida remota che permette di controllare il veicolo da una distanza minima di 3-400 metri ad una massima di 4 chilometri. In futuro potrebbero essere utilizzati veicoli autonomi o guidati a distanza crea convogli da spedire in aree non sicure da esplorare, a sostegno di truppe isolate o in fase di soccorso. Un sistema simile, a partire dal 2020, è in fase di sviluppo per il serbatoio Dardo. L’Esercito italiano è chiaro sul no all’uso di armi autonome.

Passare da un esercito tradizionale a uno connesso richiede “codificare nuove procedure nelle attività tecnico-tattiche della fanteria”, osserva il generale Eugenio Dessì, comandante della scuola di fanteria. Ma anche alimentare database affidabili e puliti, ad esempio per le mappe utili alla navigazione dei veicoli a guida autonoma. Per Olla l’introduzione di droni e robot non porterà a tagli di personale: “Questi veicoli saranno in grado di svolgere compiti ripetitivi ma avremo bisogno di personale più specializzato per sapere come utilizzare i sistemi”. Nel 2022, secondo il documento programmatico di spesa del Ministero della Difesal’esercito contava oltre 96.000 persone, di cui circa 63.000 laureati (in aumento di 1.374 unità rispetto al 2021) e militari di leva.

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